Album Of The Week – Coccobello Edition
La musica non va mai in vacanza ma la redazione di Album Of The Week sì! Quello di oggi è un articolo un po’ diverso, abbiamo deciso di unire le forze e darvi dei suggerimenti d’ascolto perfetti per la vostra estate prima di prenderci una piccola pausa. Non vi preoccupate non è Alessandra Amoroso. Il nostro Album Of The Week – Coccobello Edition vi propone – anzi vi impone – di rilassarvi. Il covid ci ha tolto i festival dell’estate 2020 ma non può toglierci la voglia di musica! Auguriamo una splendida estate a tutti i nostri affezionati lettori-ascoltatori, buone vacanze e… Read & Play (and Chill)!
Andrea, Claudia, Emanuela
Petit Fantôme – Stave (2013)
Stave è il titolo di questa mixtape del 2013 di Pierre Loustaunau da Bordeaux, in arte Petit Fantôme. Per come la vedo io, una mixtape non è molto diversa da un album, a parte forse in qualche dettaglio. Ad esempio Stave è una auto-produzione in da scaricare liberamente su un sito apposito, con contenuti extra che aggiungono una dimensione alla musica: testi manoscritti, disegni, appunti e quant’altro. Scorrere il sito dall’alto verso il basso, mentre parte la musica e le tracce si susseguono, assomiglia molto allo scorrere le pagine di un diario di scuola di un liceale. E poi tutta una grafica genuinamente e volutamente in stile DIY.
E la musica? Come quella che può uscire dalla cameretta di un adolescente introverso, spazia diversi mondi e diverse declinazioni di rock, quasi mai arrabbiato, sempre melodico. Diversi momenti si alternano, dalla molle ballata dreamy di Teahupoo, alle chitarre rumorose di Aitatxi. Ma sono i toni sognanti di Peio o L., le prime due tracce, che dominano il disco.
Loustaunau non è certo un novizio, anzi è un fuoriuscito di uno dei migliori gruppi francesi degli ultimi 10 anni, i Francois and the Atlas Mountains. Con Stave cerca e trova una identità personale e molto valida per il progetto Petit Fantôme.
Contrast – Less Than Zero (2014)
Non so voi, ma per me l’estate ha il sapore dello shoegaze. In questa edizione speciale di Album Of The Week voglio parlarvi di Less Than Zero, primo EP dei Contrast, band di Melbourne poco conosciuta ma che seguo con interesse da qualche anno. Da non confondere con i The Contrast (band power pop inglese), i Contrast sono australiani e hanno pubblicato nel 2018 il loro album di debutto, Singularity, un omaggio alla musica noisey pop di band come i Velvet Underground e The Jesus and Mary Chain.
Anche in Less Than Zero ritroviamo gli stessi riferimenti musicali: shoegaze vecchio stile, sonorità autentiche, atmosfere sognanti… a un primo ascolto sembra proprio una band degli anni ’90! La prima traccia, Pipe Dreams, accende la festa con un potente pugno di rumore, offrendo subito una visione incantevole dell’esplosione di suoni che incontreremo. Segue Trap, nella quale possiamo chiaramente percepire le influenze sonore di Nowhere dei Ride. Quella linea di basso errante che scoppia e rimbalza felicemente, conferisce al pezzo un’aria spensierata. Troviamo poi Less Than Zero, la title-track, che offre sonorità più rilassate. Non fatevi ingannare, non ci troviamo all’ascolto di una canzone d’amore! Il testo non lascia spazio a dubbi, è uno di quei pezzi da rottura in cui prevale la rabbia e la voglia di infliggere traumi emotivi all’ex:
You’re insane / You’re thinking / I don’t have better ways to occupy how I spend all my time… You’re so boring that I’d rather be dead than here / I just want to make you feel as though you’re less… I just want to make you feel as less than zero
Quella dei Contrast è musica per chi è alla ricerca di melodie vorticose e ipnotiche, percussioni incisive, flussi di riff, voce impassibile e feedback acustici. Da ascoltare a tutto volume!
Bonobo – Migration (2017)
Se dovessi immaginare un’estate 2020 post apocalisse, post covid, in piena crisi economica vi immaginerei a rilassarvi, seduti su una sdraio con il vostro libro preferito e Migration di Bonobo in sottofondo. Non vi presento nulla di nuovo, Bonobo è il re del chill con qualche incursione elettronica consistente, che raggiunge la sua forma più compiuta nei live.
Migration è il sesto album di Simon Green, dj di Bristol che ha incrociato nu-jazz, soul e elettronica facendo di questo mix il proprio marchio di fabbrica.