Led Zeppelin – Whole Lotta Love
Il suono di quella Gibson Les Paul Standard sta per entrare nelle nostre budella, tutto è pronto, la casa discografica ha pressato come un’ossessa affinché uscisse tout de suite, a tour in corso, un altro album.
Accade oggi e sono passati quarantanove lunghi anni da quel 22 ottobre 1969 quando Whole Lotta Love venne registrata per la prima volta, insieme ad uno dei dischi di maggior successo della storia: Led Zeppelin II. Due piccioni con un riff. Jimmy Page descrive quel momento come Paolo Brosio l’apparizione della Madonna di Medjugorje, racconta di essere stato quasi posseduto dalla Gibson (chitarra fino allora utilizzata principalmente nel jazz) e che abbia fatto tutto lei, così semplice da suonare quanto incredibilmente imponente nel suo suono.
Un riff che sovrasta, un movimento che porta dentro di se una sorta di aggressività fisica, incalzante, una carica erotica tipica del blues da cui i Led Zeppelin hanno saputo attingere, spesso fin troppo liberamente.
Inizialmente accreditata a Jimmy Page, Robert Plant, John Paul Jones e John Bonham, Whole Lotta Love è la trasposizione più riuscita di una pezzo scritto da Willie Dixon, You Need Love, e registrato da Muddy Waters come singolo per la Chess Records nel 1962. Nel 1985 la corte ha, infatti, accreditato Dixon tra gli autori di Whole Lotta Love, avendogli già riconosciuto nel 1972 i diritti di Bring It On Home – altro pezzo da Led Zeppelin II.
La leggenda vuole che l’unica ragione per cui Willie Dixon fosse venuto a conoscenza di Whole Lotta Love fosse che la figlia di 13 anni, dopo avere sentito il disco a casa di un’amica, avendo riconosciuto qualcosa di familiare, lo avesse chiesto in prestito per farlo sentire al padre.
Robert Plant sulla vicenda ha dichiarato che al tempo rimase completamente sbalordito dal riff di Page, non sapendo come intervenire vocalmente, si riferì ai suoi più grandi riferimenti musicali Muddy Waters e Howlin’ Wolf, tanto “vieni beccato solo se diventi incredibilmente famoso”.