Tiësto – Parade Of The Athletes

Albino, 13 agosto 2004 – Quella sera ero seduto sul divano di casa intento a guardare la televisione, ignaro che ciò a cui stavo assistendo era qualcosa di assai raro. In quel venerdì sera in Grecia, nella capitale Atene, stavano marciando atleti provenienti da tutto il Mondo per prendere parte alla consueta cerimonia di apertura delle XXVIII Olimpiadi.

Raro perché per la prima volta i team delle due Coree stavano calpestando la pista dello Stadio Olimpico uniti sotto la stessa unica bandiera, nell’anno in cui i giochi tornavano a casa dopo 108 anni; raro perché un uomo di nome Michael Phelps si fece “pesce”, riuscendo a vincere 8 medaglie di cui 6 oro; raro perché per la prima volta il comitato organizzatore dei Giochi Olimpici chiese a un dj di prendere parte alla cerimonia di apertura con un dj set live. Ed è a Tijs Michiel Verwest, dj conosciuto al grande pubblico come Tiësto, e al suo album Parade of Athlets, nato per questa occasione, che va la nostra attenzione.

L’album è formato da 12 tracce strumentali, più la bonus track Continous mix by Tiësto, ossia il live completo suonato quella sera. Pubblicare un cd di questo tipo senza pezzi cantati (le fonti non dicono perché) è stata una scelta coraggiosa, ma nonostante questo grazie all’inventiva di Tiësto l’album riesce generalmente a coinvolgere l’ascoltatore, con temi e melodie orecchiabili e interessanti. Di questi 12 solo due brani non appartengono alla mente di Tiësto, Adagio for Strings e Athena, entrambi rivisitazioni di brani di musica classica in chiave trance – genere elettronico di cui Tiësto è capostipite. Il primo brano è il remix dell’omonimo pezzo scritto da Samuel Barber, compositore Americano del 1900, per un’orchestra di soli archi; il secondo è invece un remix tratto dall’Adagio in Sol minore di Albinoni, compositore barocco vissuto a cavallo del 1700. Questo adagio però, tra i brani più conosciuti del compositore veneziano, è in realtà un’attribuzione errata (a metà), in quanto il pezzo fu composto nel 1958 da un musicologo Romano che a sua volta prese in prestito la linea tematica di un quartetto per archi scritto proprio da Albinoni.

Entrambi i pezzi rappresentano un mix molto intelligente e azzeccato, in quanto riescono a portare la musica classica – esasperata da beat percussivi ed esplosioni elettroniche – nelle sale da ballo. Da musicista classico non mi sento violentato o impoverito da questa scelta, in quanto è un modo alternativo per portare la classica alle orecchie di generazioni altrimenti “sorde”.

Il Cuore Olimpico dell’album è formato dalle tracce Heroes, Ancient History, Olympic Flame, Victorious e Forever Today, tracce che ora cercherò di raccontarvi. La prima traccia inizia con il brano dedicato a tutti gli atleti che parteciparono ai Giochi, tutti quegli “eroi” – 10625 provenienti da 201 Paesi – che infiammarono la settimana dei Giochi. L’idea di Tiësto è tradotta in un tema stranamente intimo ma eseguito e riproposto in versioni sempre più ritmate e coinvolgenti, che utilizzano timbri elettrici sempre diversi, fino a farlo diventare eroico.

In Ancient History da un ritmo travolgente di tamburi compare all’improvviso il canto di un flauto che ipnotizza, e che riporta l’ascoltatore al 784 a.C., quando nell’antica e splendente Grecia nacquero i “Giochi dell’Olimpico Giove”. Olympic Flame arriva invece da lontano, per sfociare in un tema molto coinvolgente ottenuto con suoni elettrici ribattuti sulla stessa nota (sol) o salti di 2a (sol-fa, re-do) e di 3a (do-la, sib-sol, la-fa), quasi sempre discendenti. Questi “salti” creano nella nostra mente l’idea della corsa della fiamma olimpica nelle mani dei tedofori. Victorious ha pure un carattere molto adrenalinico, scariche di note ribattute che grazie a quel “cassa e piatto” sempre presente ti obbligano a muovere il piede. Dopo la Vittoria, nella mia interpretazione, arriva l’Euphoria, pezzo che il dj olandese traduce nel suono tagliente delle tastiere sintetizzate accompagnate da un basso pesante. Arricchiscono l’album due classici di Tiësto: Traffic, tratta dall’album campione di incassi Just Be, 2004, (di cui fa parte anche Adagio for Strings), e Lethal Industry, tratto dal primo album registrato in studio, In My Memory, 2001.

Finiamo proprio con la traccia che chiude il nostro album, Forever Today, che apre con un tema eroico e malinconico (idea ribadita dal titolo), affidato a un’orchestra virtuale di archi; che poi, senza se e senza ma, si butta in un ritmo forsennato dove a poco a poco ricompare il tema iniziale, questa volta nella sua forma elettronica, un suono straziante di sirena che ti entra nel cervello.

Quella sera insieme a me, incollate al televisore, c’erano più di 4 miliardi di persone, tra cui Martin Garrix da poco “eletto” dj numero uno al mondo, che proprio sentendo il live set di Tiësto decise di iniziare a studiare musica per fare il dj. Una visibilità che nessun altro dj ha mai avuto, ma che nessun altro forse si è meritato: questo è il regalo che il destino ha fatto a un artista che è stato inventore e innovatore di stili, che è passato da tutte le più importanti discoteche e che ha preso parte ai più grandi festival di musica del Mondo. Facendo ballare miliardi (lo possiamo dire) di persone, fondando case discografiche, lanciando giovani dj, vendendo milioni di dischi, guadagnandosi riconoscimenti che arrivano fino all’Ordine di Orange-Nassau che gli fu insignito dalla Regina Beatrice d’Olanda (è l’equivalente del titolo di Sir per gli inglesi).

Tiësto è la Musica da Discoteca, chiamatela come volete: house, techno, progressive, hardcore, edm, elettronica, trance, dance, drum and bass; il suo nome comparirà sempre.

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