C.O.D – Preparativi Per La Fine

cod_fine

Sappiamo che una crepa si espande a seguito dell’alternanza ciclica di carichi massimi e minimi e che questa è l’origine plastica di una frattura. Lo sanno di certo anche i trentini C|O|D, che tra il 2001 ed il 2005 si trovano a rivivere più e più volte il fenomeno meccanico che celebrano col loro nome.

Dopo il lancio di Polaroidinuntuffo per la Magenta Records, la Virgin mette sotto contratto la band che produce il promettente La velocità della luce nel 1999. Ai posti di blocco dei provini per il nuovo album però non si fanno attendere le stroncature della Major, le dispute legali fino alla rottura ed allo sparo nel buio. Liberi infine, nel 2005 viene a galla il frutto di tanto trambusto grazie alla Fosbury che di quei provini non butta via nulla e per fortuna. Pare subito evidente a tutti che Preparativi Per La Fine segna l’epilogo della band, una crepa emersa appena dopo un restauro ma talmente profonda da dover chiuder tutto per evitar crolli.

Una fine lunga un inizio potremmo dire, eppure così potente da tenerci tuttora – a distanza di anni – ancora inquieti. Quello che ci lasciano i C|O|D, letteralmente Crack Opening Displacement, è una promessa che vorremmo raccontare a tutti ma a cui pochi crederebbero. Preparativi Per La Fine ce lo teniamo quindi stretto, sapendo di avere tra le mani un prodotto raro non solo per la sua uniforme qualità compositiva e di arrangiamento ma anche per via delle poche copie mandate in stampa e che sono per i felici possessori oggetti di vero e proprio culto. Lungi però dall’aver allietato pochi, l’album si è fatto elastico ad un certo punto, raggiungendo un pubblico più esteso delle sue possibilità, dando a quella crepa la massima visibilità prima del distacco.

Emanuele Lapiana e soci sembrano avere un solo chiaro obiettivo con quest’album: che nessuno possa anche solo remotamente nutrire la speranza che questa in fondo non sia la fine. Nel pezzo d’apertura “Désolée” ci dicono che è tutto ok, che sono ultrasicuri che va bene così, in un crescendo che sa però del contrario e che invita a non chiedere oltre. In “Lowrenzo” – il loro pezzo forse più emblematico con campionature e mix che ti aspetteresti di trovare al fianco di una “Let down” in OK Computer – arrivano a gridarci che “la fine di qualcosa è l’inizio di qualcos’altro, eppure non sono felice di questa fine in particolare”.

Una fine dicevamo. Inesorabile, rabbiosa e forse non del tutto cercata ma ahimè, che ci vuoi fare? È andata così. Ogni canzone è un sassolino che va a segno senza il muro ritmico distorto che immagineresti. Canzone dopo canzone scendiamo sempre di più nella crepa o meglio ne siamo risucchiati come in un sogno, dove troviamo melodie che parlano di cigni che ridono stupidi, cadono e si schiantano senza perdere la loro austerità e che ti strappano sovrappensiero un “non sarò mai un cigno come te”.

I C|O|D ti parlano da vicino, in un codice che credevi solo tuo e che invece scopri universale. In questa fine che sembra ormai toccar tutti, facciamo il verso a chi ci ha voluti rotti e sentenziamo di far pure – avanti!, che tanto “Io sono nessuno, proteggo il nulla” ma bada bene che “sto venendo a prenderti”.

Il sarcasmo da solo però odora di zolfo e non di cloroformio. Se l’emotività ci frega, meglio provare con il distacco, accettando di esser un frammento solo. Ecco quindi l’invito a partire, senza un motivo, spiego le ali e volo. Salvo riconoscere che partir non serve a cancellare quello che è stato e che tocca farsi coraggio ascoltando in loop quello che resta il loro verso forse più emblematico: “so che il mondo non è così piccolo che il grigio è forte ma non vincerà”.

In Preparativi Per La Fine ci sono dolenti consigli d’amministrazione, strategie di marketing, disordine e voglia di non pensarci più dopo essersi tolti questo enorme peso dal groppone. Non ci son dubbi sul chi o cosa colpiscano i C|O|D con i loro strali.
Lì fuori c’è chi ha scatenato questa esplosione graziosa, con chiodi che hanno squarciato il rosso vermiglio che è rimasto sulla copertina del disco. In questa operazione a cuore aperto che è Preparativi Per La Fine ascoltiamo rapiti il canto di “tutto ciò che è stato di quello che è cambiato, precipitato”, sapendo che quei “sogni stanchi ed affamati, sogni mutilati, incastonati in me” sono anche i nostri. Noi che ci ritroviamo lì fissi a contemplare i bordi della nostra di crepa.

 

Autore

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *