Black Flower – Future Flora
A un mese dalla sua uscita, Future Flora continua a risuonare nella nostra testa, tanto che non riusciamo a smettere di cercare live dei Black Flower per sentirli suonare ancora una volta dal vivo.
Li abbiamo visti a Bruxelles già due volte nell’arco di una decina di giorni. A ogni live il quintetto di Ghent ci conferma l’eccezionalità della loro musica e del loro spettacolo dal vivo, costantemente condito dalla straordinaria – quasi contagiosa – complicità sul palco con cui riescono a dare sempre nuove sfumature a quello che suonano.
Gruppo di cinque – Nathan Daems ai sax (contralto, tenore e baritono) e flauti, Jon Birdsong alla tromba, Simon Segers alla batteria, Filip Vandebril al basso e Wouter Haest alle tastiere –, i Black Flower portano in concerto una musica sospesa tra il free jazz di ispirazione più classica e un funk afroamericano denso di beat e groove, il tutto soffuso di un etiope torpore melancolico. Dopo Abyssinian Afterlife e Aritfacts – i loro primi due full album – e un paio di EP (Dust; Intermediate State), lo scorso 12 aprile esce appunto Future Flora, per la Sdban Ultra Records / N.E.W.S., loro terzo lavoro “completo”. Probabilmente i Black Flower sono al momento tra le più interessanti esperienze musicali della scena di Ghent (o Gent, o ancora Gand, a seconda della lingua che si sceglie), dirlo non è un’esagerazione.
Il loro sound è potente e pieno
La sezione ritmica di basso e batteria è continua e costantemente in upbeat nell’incedere ineluttabile di Segers e Vandebril. Su questo tappeto i fiati di Daems e Birdsong delineano i temi e le melodie dissonanti, spesso dialogate, mentre saltando dall’Hammond al Clavinet, Haest si muove fluidamente dal sostenere il groove della sezione ritmica, al prorompere in assoli fulminanti pieni allo stesso modo di delirio e struttura. E poi ti ipnotizzano, nel processo. Vedere per credere, eccovi appunto l’introduzione al concerto tenutosi a Le Botanique di Bruxelles, lo scorso 28 aprile:
Insomma, avrete capito che stiamo parlando di un gruppo che merita davvero di essere ascoltato dal vivo. Indipendentemente dall’ascolto attento che si possa fare dei loro lavori in studio, sempre meglio registrati e prodotti – non deve essere facile equalizzare e masterizzare per bene un gruppo così. In questo senso come in molti altri Future Flora dimostra una sempre crescente maturità compositiva del gruppo, oltre che performativa.
Ma non vogliamo dirvi troppo, d’altra parte trattandosi in qualche modo di veri e propri “racconti” musicali, sarebbe un po’ come fare degli SPOILER! – che si sa, su NFO sono banditi!