Super Furry Animals – Mwng
Mwng è l’impronunciabile titolo del disco che non ti aspetti dei Super Furry Animals, band da cui col tempo abbiamo imparato ad aspettarci di tutto.
Quando esce nel 2000, la formazione gallese gode già di un posizionamento obliquo rispetto alla coda lunga del brit pop degli anni ‘90, grazie a tre album equidistanti tanto da movimenti di pop alternativo più di nicchia (The Beta Band) che dai crescenti, e validi, tentativi di ridefinizione del rock e folk made in UK (Gomez, Doves).
Con Mwng la formazione guidata da Gruff Rhys (che negli anni successivi consoliderà anche un suo progetto solista con un ultimo disco uscito proprio poche settimane fa) dissesta generi ed etichette passando per 10 pezzi tutti cantati in lingua gallese, cosa che non si ripeterà nei dischi che seguiranno. Che sia di una presa di posizione politica o semplicemente di orgoglio per la madre patria, non è dato saperlo; è però vero che possiamo trovare la stessa voce e cantato in gallese infiltrarsi in un pezzo dei Mogwai, un’altra band che cominciava a marcare il territorio, nel loro disco dello stesso anno Rock Action (e di cui già parlammo). [Del resto di album cantati in lingue “minori” in quel periodo ne gira anche un altro: Ágætis Byrjun dei Sigur Rós.]
Decidiamo quindi di saltare a piè pari l’analisi dei testi, che sarebbe per forza di cose approssimativa, per concentrarci sulla musica. Se finora le sperimentazioni rock-pop degli Super Furry Animals erano sempre incentrate sulla forma-canzone classica, negli arrangiamenti di Mwng si prova ad uscire da schemi troppo prevedibili, rivelando ispirazioni in cui non è difficile rintracciare le componenti più pop della scena prog inglese anni ‘70, come i Supertramp.
Tanti gli spunti di cui si potrebbe parlare. A partire dal groviglio melodico di voci della coda di “Ymaelodi â’r Ymylon” che, come una vite senza fine, sale e si attorciglia su se stesso. Ed intricati sono anche gli arpeggi acustici di “Nythod Cacwn” sui cui poco dopo Gruff fa arrampicare la sua voce.
Ecco poi la ballata “Y Gwyneb Iau”, tutta organetto-tromba, che apre al soul, genere che si sposa bene col timbro di voce di Gruff Rhys. Chitarre in primo piano invece su “Drygioni”, breve cavalcata rock di meno di 2 minuti, per iniziare e dare il tempo. E poi “Dacw Hi”: groove molleggiato che non viene scalfito dai suoni gutturali della lingua gaelica.
La marcia allegra di “Pan Ddaw’r Wawr” ci trascina poi verso la seconda parte del disco. E lì troviamo “Ysbeidiau Heulog” che è il singolo radio-friendly, un pop-rock scoppiettante che arriverà anche a piazzarsi nelle classifiche inglesi, cosa rara per un pezzo non cantato in inglese.
I Super Furry Animals con questi 10 pezzi consolidarono la loro posizione da outsiders nella scena UK. La vera consacrazione arrivò un anno dopo però: Rings Around the World fu la svolta pop psichedelica con cui si palesarono come la risposta europea ai Flaming Lips.
Mwng resta ad oggi un’esperienza particolare nel loro catalogo: possiede ancora un suono crudo, immediato e non sovra-prodotto come nei successivi dischi, in più offre un senso di intimità che i testi in gallese contribuiscono ad amplificare.