My Bloody Valentine – Isn’t Anything
Armonia e violenza, è su questa contrapposizione che si basa il suono di Isn’t Anything.
È il 21 novembre 1988, e senza un vero anello di congiunzione con i lavori precedenti, i My Bloody Valentine pubblicano Isn’t Anything, per la Creation Records. Un album che, insieme al successivo Loveless, influenzerà pesantemente la musica alternativa degli anni ’90. Nell’universo di rumore sondato dagli Spacemen 3, la durezza delle chitarre degli Husker Du sembrava aver incontrato l’armonia malinconica e sognante dei Cocteau Twins, creando un intreccio che non poteva non lasciare increduli e stregati.
I My Bloody Valentine – e chi si ispirerà a loro – verranno battezzati dalla critica musicale shoegazers, ovvero “quelli imbambolati a guardarsi le scarpe”. Guardare in basso non è un’usanza strana per chi suona uno strumento. Ma nel loro caso, camminando su un palco con decine di effetti e un numero imprecisato di amplificatori, si rischiava proprio di inciampare.
La ricerca musicale di Kevin Shields, chitarra e voce, è stata quasi maniacale. I quattro musicisti erano degli squatters, avevano occupato abusivamente un edificio poco fuori Londra: «Non saremmo andati da nessuna parte se non avessimo avuto il coraggio di occupare – racconta Bilinda Butcher, seconda chitarra e voce – avevamo bisogno di un posto dove sentirci liberi di far rumore».
La registrazione di Isn’t Anything durò due settimane e in quel periodo i membri della band dormivano solo due ore a notte. Lavorare fino a tardi e registrare la propria voce alle 7 di mattina era forse l’unico modo per arrivare a rendere la dolcezza eterea di Lose My Breath. «Un pezzo meraviglioso di musica – lo definirà Robert Smith – è geniale il modo in cui il suono di ogni respiro sia la parte più forte del mixaggio». La particolare distorsione di (When You Wake) You’re Still in a Dream è dovuta a una tecnica chiamata glide guitar, che diventerà il marchio di fabbrica della band. Shields la applicava piegando la leva del tremolo, stonando continuamente le corde della sua chitarra. Le tessiture distorte diventano più ipnotiche e la struttura di canzone viene smontata in No More Sorry, un abisso psichedelico di emozioni che tratta probabilmente dell’abuso su un minore. Il rumore cresce e si fa più stratificato in Feed Me With Your Kiss, una perfetta canzone d’amore nell’era dei Sonic Youth. La voce di Butcher si fa più melodica in Several Girls Galore e prende per mano Shields in You Never Should, per accompagnarlo nell’esplorazione dei suoi turbamenti interiori. La costante contrapposizione tra armonia e violenza, tra dolcezza e furia sonica, è alla base dell’intero disco. L’eredità lasciata alle numerose band che ne hanno tratto ispirazione ha permesso che la bellezza di quei suoni riverberi ancora oggi.