Mashrou’ Leila – Ibn El Leil
«The difference between freedom and submission is a choice.
I chose. I permitted it. I said it»
Le parole del brano “3 minutes” di Mashrou’ Leila sono ancora più importanti oggi che Sarah Hegazi si è tolta la vita, in Canada, lontano da casa, il suo Egitto trafitto dall’intolleranza contro tutte le minoranze. Soprattutto verso la comunità LGBT, che in Egitto rischia arresto e carcere fino a 17 anni.
Il 22 settembre 2017 Sarah aveva assistito al concerto della band di Beirut e aveva sventolato orgogliosa la bandiera arcobaleno. Per la prima volta un simbolo LGBT veniva portato in un evento pubblico in Egitto. Sarah viene arrestata e portata in carcere insieme ad altri 7 spettatori. Poi il trasferimento in Canada dove aveva chiesto asilo politico, ma non è bastato a guarire le ferite delle violenze subite. Oggi parliamo dell’album Ibn el Leil e delle 13 canzoni che Hamid Sinno insieme al resto della band avevano suonato in quella serata divenuta tristemente storica.
Ibn el Leil (2015) è il terzo album della band libanese, esponente dell’alternative rock del Medio Oriente. Mashrou’ Leila fa parte di una leva di artisti, come Yasmine Hamdan e El Morabba3, che hanno rotto con la tradizione.
Ibn el Leil è l’album più elettronico della band, dove synth e violini si rincorrono in Falyakon (So be it) che apre con un’intro solo apparentemente leggera, nasconde invece un testo duro. Invitando a abbracciare il “vero se stesso” Sinno chiede al suo amico Marwan, arrestato perché omosessuale, se alla fine andrà davvero tutto bene. Si tratta di un album sofferto, fatto di demoni interiori ed esterni, come preannuncia la copertina dell’uomo-demone. Forse si tratta dell’Icaro, mezzo dio mezzo uomo, del brano “Icarus”, una delle tracce simbolo, che mette insieme tutte le caratteristiche dello stile Mashrou’ Leila. Il violino prende la scena aprendo a parole melanconiche, delineando la melodia vagamente mediorientale che accompagna batteria, basso e synth. In Bint El Khandandaq è un coro di trombe ad accompagnare il violino, che per una volta passa in secondo piano.
La musica di Mashrou’ Leila è intimista e politica. Il frontman Hamed Sinno è apertamente gay e gran parte dei testi del gruppo parlano di libertà, diritti LGBT e identità violate ma sempre in modo introspettivo e mai esplicito.
Mashrou’ Leila rappresenta la personificazione musicale delle rivendicazioni di libertà in una regione oppressa e non ancora pronta alla liberazione sessuale giugno 2017, il gruppo è stato bandito dalla Giordania per la seconda volta. Nello stesso anno, a settembre, è arrivata la censura del regime egiziano di Al Sisi. 3 minutes è la canzone con cui mi piacerebbe ricordare Sarah. In quella sera del 22 settembre 2017, che ha cambiato la sua vita per sempre, la immagino fiera, come nella foto che la ritrae felice, sul tetto del mondo e avvolta dal calore della bandiera della libertà. Cantava “Ho scelto, l’ho permesso, l’ho detto”.