Masha Qrella – Unsolved Remained
Verso la fine degli anni ‘90 cominciò ad insinuarsi nella scena musicale europea (ma non solo) un genere o meglio si trattava di un’etichetta che era stata coniata e si appiccicava malamente ad un certo tipo di artisti che producevano musica mettendo assieme strumenti acustici con supplementi di elettronica (drum machine, loop…). Si parlava allora di “folktronica”, e credo che nessuno abbia mai avuto il coraggio di pronunciare ad alta voce questo termine. Una cosa è certa però: il disco di Masha Qrella Unsolved Remained resta tra i migliori esempi del genere.
In quegli anni Masha era già impegnata con una band, i Contriva, per cui suonava la chitarra e offriva le occasionali linee vocali. Dalla band si era già sganciata per il progetto a suo nome, e con Unsolved Remained nel 2005 siamo quindi alla seconda scappatella solista. Immerso nel vasto catalogo della berlinese Morr Music, sono quasi certo che in troppi lo abbiano snobbato. Eppure resta a distanza di 15 anni uno dei capisaldi della folktronica (se di genere si può parlare): di folk è intriso perché Masha parte spesso da arpeggi acustici, cui si sommano carezze elettroniche con poche sbavature. Il mix dei due ingredienti risulta in 11 tracce assolutamente organiche, per una struttura molto compatta del disco nel suo insieme.
La pulizia dei suoni fa pensare ad un disco concepito per delle domeniche pigre, da ascoltare durante un brunch in uno di quei posti a Prenzlauer Berg con le pareti scarne e bianche, dove puoi ordinare solo bagel vegani e prendere posto tra divani scassati e tavolini bassi.
Sediamoci su uno di questi divani scassati mentre parliamo di cosa è successo la notte scorsa (“Last night”): forse abbiamo bevuto troppo, forse detto qualcosa che non dovevamo dire (ma che andava detta): “if I could make undone last night with a song / I would write one”. Una lenta ballata per scacciar via la sbornia ed altri effetti collaterali di un sabato sera. Il mood è quello dei rimpianti e della rassegnazione già dalla prima traccia, “Unsolved remained”, che parla di cose che si vorrebbero cambiare, correggere ma non si può: rimarranno irrisolte.
“Feels like” invece è il resoconto a fine giornata o a fine weekend: le 5 di pomeriggio arrivano quasi all’improvviso, fuori fa buio e piove e poi… dove sono tutti? Altro pezzo che nei testi descrive la mediocrità di una giornata qualsiasi, con arrangiamenti elettro-acustici cuciti su misura.
“Destination vertical” ripropone la versione club di tutto quello che abbiamo ascoltato prima, ovvero come se il pezzo tendesse spontaneamente al remix ballabile di se stesso.
Nelle escursioni strumentali (“C. Bones” e “Guided by the stripes”) Qrella torna a prendere peso sul catalogo Morr Music avvicinandosi ai risultati di B. Fleischmann o Lali Puna. Ma sono le sue chitarre che hanno quasi sempre il controllo, e in cui la sua maestria è determinante. In un genere che non ne richiederebbe, i suoi riff, i suoi assoli sono sempre in primo piano.
Nel suono di Masha Qrella germoglia il seme di un orgoglio rock incastonato in battute 4/4 computerizzate.